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30 Maggio 2024 - 17:18Siamo nel 1976 quando, per la prima volta nella storia, nella Repubblica Domenicana del Congo venne scoperta la malattia che prese ufficialmente il nome di Ebola. Si tratta di un virus a trasmissione diretta che colpisce l’uomo, si diffonde attraverso i fluidi corporei, si manifesta tramite febbre emorragica, astenia, dolore muscolare, cefalea e mal di gola prima e vomito, diarrea, eritemi, funzione renale ed epatica compromesse poi e ha una mortalità molto elevata (può uccidere fino al 90% delle persone che lo contraggono).
Recentemente, tra il 2014 e il 2016, in Africa Occidentale il virus Ebola ha provocato un’epidemia senza precedenti, con un numero di contagi e decessi che l’ha rapidamente trasformata in una vera e propria crisi umanitaria internazionale.
In questo e anche in casi di minore portata, oltre all’intervento della comunità internazionale, per arginare l’epidemia ed evitare il collasso dei sistemi sanitari locali è scesa in campo medicisenzafrontiere.it, un’organizzazione umanitaria che si occupa attivamente di fornire cure mediche e assistenza a chi vive nelle zone colpite dalle malattie epidemiche.
Con operatori nazionali e internazionali impegnati in questa missione, progetti dedicati ai sopravvissuti e servizi per supportare i sistemi sanitari devastati dall’epidemia, MSF è in prima linea per rendere il virus Ebola sempre meno spaventoso. In questa direzione va anche il suo finanziamento di uno studio su un vaccino che aiuta a contrastare un così devastante.
Cosa c’è da sapere sul vaccino contro il virus Ebola
rVSVΔG-ZEBOV-GP, risultato di questa ricerca, rappresenta attualmente l’unico vaccino contro Ebola raccomandato durante le epidemie e da somministrare in singola dose.
Grazie a uno studio osservazionale finanziato e condotto da Epicentre (centro di ricerca medica ed epidemiologica di Medici Senza Frontiere) in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Ricerca Biomedica e il Ministero della Salute della Repubblica Democratica del Congo, questo vaccino ha dato due fondamentali indicazioni: non c’è nessun effetto antagonista tra la vaccinazione e il trattamento contro l’Ebola e somministrarlo consente di dimezzare il tasso di mortalità. In particolare, dopo aver analizzato oltre 2000 casi, si è scoperto che la mortalità tra i non vaccinati è stata del 56%, mentre è scesa al 25% in caso di vaccino (anche tardivo). Considerando che non esiste alcun trattamento specifico per curare questa malattia, ma solo una terapia di supporto sintomatico, si tratta di un passo avanti fondamentale per annullare questo virus e limitare significativamente il rischio di contagio e infezione, soprattutto tra le persone ad alto rischio di esposizione, compresi gli operatori sanitari che agiscono in prima linea.
Cosa fa Medici Senza Frontiere per fronteggiare il virus Ebola
Durante le epidemie provocate dal virus Ebola, Medici Senza Frontiere interviene prima di tutto tramite la costruzione e gestione di centri di isolamento per il trattamento delle persone affette dalla malattia e l’installazione di camere di decontaminazione tra i pazienti in isolamento e l’ambiente esterno.
Si occupa poi di curare i pazienti per limitare la diffusione del contagio, aiutarli a sviluppare una risposta immunitaria sufficiente per superare il periodo critico e affrontare la malattia nel migliore dei modi, anche fornendo supporto psicologico. Inoltre, aiuta i Ministeri della salute locali nell’attività di sorveglianza epidemiologica, anche inviando i propri esperti tra le comunità locali per definire la mappatura dei contatti e formando gli operatori sanitari locali. In più, promuove e sensibilizza le comunità sulla diffusione della malattia e sulle misure igienico-sanitarie da adottare per combattere l’epidemia e limitare i contagi.
Infine, per andare incontro alle esigenze delle persone guarite dal virus Ebola, ma che hanno riportato conseguenze fisiche e/o mentali, ha creato cliniche per il trattamento e la cura dei sopravvissuti e predisposto uno specifico ed efficace supporto psicologico.