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14 Maggio 2024 - 17:26Non ce l’ha fatta Mariusz Marian Sodkiewicz, il 62enne ex dipendente della Rai è morto a causa di un tumore dovuto all’esposizione all’amianto. A marzo l’uomo, che per alcuni anni ha lavorato nella sede di viale Mazzini dell’azienda a Roma, aveva presentato un esposto ai magistrati capitolini per chiedere “di individuare e giudicare i dirigenti responsabili per la mancata protezione dei dipendenti esposti all’amianto”.
Il 62enne Mariusz Marian Sodkiewicz aveva presentato un esposto alla Procura di Roma per l’esposizione all’amianto
Sulla vicenda, che segue di pochi giorni l’annuncio del giornalista Franco Di Mare che ha denunciato di essere affetto da mesotelioma per l’esposizione dopo essere stato inviato dalla Rai in zone di guerra, gli inquirenti hanno avviato un procedimento per lesioni personali colpose: una fattispecie che potrebbe aggravarsi alla luce del drammatico epilogo.
I magistrati di piazzale Clodio hanno disposto la sospensione delle esequie al fine di potere procedere effettuare l’autopsia. Sodkiewicz era nato a Lubsko, in Polonia, e aveva trascorso gran parte della sua vita lavorativa in Rai. A partire dal 2002 e per ventidue anni, aveva svolto varie mansioni in diverse sedi aziendali. “Nel luglio del 2023, l’uomo aveva iniziato a manifestare i sintomi caratteristici del mesotelioma pleurico: difficoltà respiratoria, tosse persistente e dolore toracico. Successivi accertamenti clinici avevano confermato la presenza della malattia, attribuendola alla sua esposizione all’amianto”, spiega l’Osservatorio Nazionale Amianto che rappresenta i familiari nella vicenda giudiziaria.
Il dipendente Rai aveva lavorato anche nella sede di viale Mazzini: il mesotelioma pleurico diagnosticato nel luglio 2023
Il minerale, come riferito dallo stesso Sodkiewicz, era presente “negli edifici e negli impianti della sede dell’azienda che tra il 2010 il 2012 aveva disposto il piano di bonifica, ma le misure di sicurezza durante il processo sono risultate insufficienti dipendenti, compreso Sodkiewicz, che aveva assistito personalmente alle attività di bonifica dell’asbesto durante il suo normale orario di lavoro, notandone anche lo sgretolamento, sono stati esposti alle pericolose fibre aerodisperse durante le attività lavorative”
L’uomo, tra l’altro, avrebbe “segnalato ai suoi referenti interni che i lavori erano stati eseguiti in assenza di strumenti adeguati di prevenzione tecnica e di protezione individuale, ma era stato costantemente rassicurato che non vi fosse alcun rischio per la sua salute e che non erano stati superati i limiti di esposizione alle fibre di amianto”.