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30 Aprile 2024 - 17:09“Se vi è un dato che l’istruttoria e la dialettica processuale – le uniche deputate a farlo – hanno consentito di chiarire è che Saman Abbas non è stata uccisa per opposta ad un matrimonio combinato/forzato”.
Omicidio Saman Abbas, le motivazioni della sentenza della Corte di Assise: ‘Non è stata uccisa perché si è opposta al matrimonio’
Per la Corte di Assise di Reggio Emilia (presidente Cristina Beretti, estensore Michela Caputo), nella motivazione della sentenza sull’omicidio della 18enne, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara, questo “è un elemento che nulla toglie e nulla aggiunge alla gravità del fatto, ma che corrisponde ad una verità che la Corte è tenuta a rilevare”.
“Gli imputati Abbas Shabbar e Shaheen Nazia” – hanno “letteralmente accompagnato la figlia a morire” e non “si esclude che sia stata” la madre “l’esecutrice materiale”. É quanto si legge nelle oltre 600 pagine delle motivazioni della sentenza della Corte di assise di Reggio Emilia che motiva le responsabilità del padre e della madre di Saman Abbas, la pachistana uccisa, entrambi condannati all’ergastolo. I giudici hanno condannato anche lo zio a 16 anni.
Per i giudici “eloquenti ed espressivi” sono le movenze e il contegno dei due, ripresi dalle telecamere del casolare di Novellara, la notte del 30 aprile 2021. La madre, in modo fermo e determinato, bloccando con un gesto risoluto il marito, si inoltra sulla carraia con Saman – “per quel minuto che non consente di escludere sia stata lei l’esecutrice materiale”. Il marito, che “si mostra tormentato, assumendo atteggiamenti che danno conto della drammaticità di ciò che sta accadendo, ma che lui resta ad osservare, senza far nulla”.
I genitori non volevano che andasse via di casa per vivere la sua relazione con Saqib: non si esclude sia stata uccisa dalla madre
“La sciagurata ed estrema soluzione è stata adottata perché ci si trovava di fronte al pericolo di una nuova fuga della ragazza, ossia il rischio da loro più temuto, in quanto maggiormente disapprovato” scrivono ancora i giudici che escludono la premeditazione. “Dopo che i genitori hanno scoperto la relazione in atto con Saqib e, soprattutto, il progetto di Saman Abbas di andar via, si sono prima confrontati tra loro sulla soluzione da adottare di fronte a una nuova fuga della 18enne e – dato che la partenza imminente dei due per il Pakistan, la mattina successiva, non consentiva di attendere oltre – hanno deciso di mettere la ragazza di fronte al fatto compiuto” – si legge nelle 600 pagine di motivazioni.
Poi concordano che, nel caso avesse ribadito l’intenzione di voler andare via di casa per tornare da Saqib, lo zio Danish Hasnain sarebbe dovuto intervenire, facendosi trovare sulla strada sterrata posta di fronte all’abitazione, lungo la quale i due genitori hanno accompagnato la figlia avvertendo Hasnain tramite lo squillo delle 23:57.