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22 Aprile 2024 - 23:37“Volevo dire a chi potesse aver pensato che stavo parlando del fascismo e ai picchiatori da tastiera, che io sono un antifascista. Non potrei fare un elogio del fascismo. Stavo raccontando, con l’ottica di quei tempi, le emozioni che si vivevano in quei giorni”.
Marco Liorni è finito nel mirino del web per aver definito patriottica l’iniziativa fascista della Giornata della fede
A chiarirlo in un video è il conduttore Marco Liorni, che interviene dopo le polemiche scatenate da una domanda posta nel suo programma durante la puntata del 21 aprile, L’Eredità, nel preserale di Rai 1. La domanda riguardava l’iniziativa fascista della “Giornata della fede” proclamata nel dicembre del 1935 per sostenere i costi della guerra di Mussolini in Etiopia, in cui oltre 250 mila anelli furono raccolti in un giorno solo a Roma. Liorni ha definito l’iniziativa “patriottica”, scatenando un vespaio sui social, anche sull’onda della vicenda legata allo scrittore Antonio Scurati.
“Ieri nella puntata dell’Eredità c’era una domanda che si riferiva alla Giornata della fede del 1935. Quando l’abbiamo registrato è stata una domanda che mi dava delle emozioni, perché in famiglia se ne è parlato, mio padre è nato in quei giorni, per mia nonna è stata una giornata di grande sofferenza. Per quell’Italia lì era un gesto di grande sofferenza” – ha spiegato il conduttore.
‘Sono antifascista, quella donna mi ha dato delle emozioni perché per mia nonna è stata una giornata di sofferenza’
L’episodio, scandisce Marco Liorni, è stato “visto con lo spirito dei tempi, in quel momento lì donare la fede alla Patria si faceva con uno spirito patriottico”. “Vi dovevo questo chiarimento, mi dispiace per chi lo ha interpretato in un modo diverso” – la chiosa finale del conduttore de L’Eredità, in onda nel preserale su Rai 1.