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21 Aprile 2024 - 15:54È di un morto e almeno sette persone disperse il bilancio di un incidente che ha coinvolto due elicotteri militari giapponesi in mare aperto nella notte tra sabato 20 e domenica 21 aprile.
Giappone, la collisione tra i due elicotteri militari durante un’esercitazione notturna a largo delle isole Izu
Il ministro della Difesa nipponico Minoru Kihara ha dichiarato ai media locali che i soccorritori hanno individuato in mare parti degli aeromobili, ed è possibile che si sia trattato di una collisione tra i due velivoli, al largo delle isole Izu, nell’Oceano Pacifico , come si riferisce l’emittente pubblica Nhk.
Il governo ha spiegato che gli elicotteri stavano facendo esercitazioni notturne per simulare un attacco ai sottomarini, e le comunicazioni con un elicottero si sono interrotte alle 22:38, al largo dell’isola di Torishima, a distanza di un minuto è stato ricevuto un segnale di emergenza dallo stesso velivolo. Circa 25 minuti dopo, i militari si sono accorti che anche le comunicazioni con l’altro aereo erano andate perse.
Gli elicotteri Mitsubishi Sh-60K delle Forza di autodifesa marittima, prodotti su licenza dell’azienda statunitense Sikorsky – a sua volta una sussidiaria della Lockheed Martin, sono principalmente dispiegati su cacciatorpedinieri, e il Giappone sta incrementando la spesa per la difesa approfondendo la cooperazione con gli Stati Uniti, in risposta a quella che interpreta come una crescita della assertività della Cina nell’Asia- Pacifico.
Il silenzio dopo il segnale d’emergenza
Nell’aprile dello scorso anno un elicottero dell’esercito giapponese con 10 persone a bordo è precipitato al largo dell’isola di Miyako, nel sud di Okinawa, uccidendo 10 persone a bordo, tra cui un generale di divisione. Lo scorso novembre un altro sinistro che ha riguardato il convertiplano Osprey dell’esercito statunitense, schiantatosi a sud est dell’arcipelago giapponese, uccidendo i dieci aviatori in servizio: l’ultimo di una serie di incidenti mortali che hanno riguardato il mezzo prodotto dall’ Boeing americana. Il mese successivo gli Stati Uniti hanno ordinato una “sospensione operativa” della flotta in tutto il mondo per ulteriori verifiche.