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Vannacci in licenza dopo notifica inchiesta, su Giulia Cecchettin: ‘Non è femminicidio, uomini smidollati’

Il generale Roberto Vannacci, appena nominato capo di stato maggiore del Comfoter, il comando delle forze operative terrestri, è andato subito in licenza per motivi familiari dopo che lunedì 4 dicembre gli è stato notificato l’avvio dell’inchiesta formale nei suoi confronti, in seguito alla pubblicazione del suo libro ‘Il mondo al contrario‘. 

Generale Vannacci, notificata inchiesta nel giorno in cui doveva iniziare l’affiancamento come capo di stato maggiore Comfoter

Ruolo “Prestigiosissimo” – aveva riferito poche ore prima in un’intervista alla “Stampa”, contento di “continuare a fare il soldato”, cosa che non ha temuto di dover smettere di fare neanche quando, ad agosto scorso, era stato rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare, con l’accusa di aver veicolato contenuti omofobi e xenofobi nel suo libro. 

Il generale spiega cosa pensa del minuto di rumore e non di silenzio per il femminicidio di Giulia Cecchettin: “Prima di tutto non mi piace chiamarlo femminicidio. Perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso. C’è in qualsiasi omicidio una matrice precisa”. Individuarla serve a combatterla: “Si parla da anni di femminicidi, eppure le donne continuano a venire uccise. Ma è più importante evidenziare che siamo tutti sembrano uguali davanti alla violenza” – ha aggiunto nell’intervista al quotidiano torinese.

Roberto Vannacci nominato capo di Stato Maggiore Comfoter, Crosetto: ‘Nessuna promozione’

“Il paradosso è che pensare che la responsabilità di quella che chiamiamo cultura patriarcale sia di uomini forti e prevaricatori: è il contrario. Sono gli uomini deboli a fare del male alle donne. Noi educhiamo uomini deboli, non uomini forti. Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali: sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi”. 

‘Giulia Cecchettin? Perché chiamare l’omicidio di una donna in modo diverso, patriarcato? Educhiamo uomini e donne deboli’

Secondo Vannacci “dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi, maschi e femmine, che la vita è una lotta e che per andare avanti bisogna avere fiducia nella possibilità di rialzarsi. Molti uomini che ammazzano le compagne, dopo si suicidano: che significa secondo voi? Uomini e donne si ammazzano perché perdono il lavoro; ragazze e ragazzi si suicidano perché’ vengono bocciati.

Il punto non è che i maschi vogliono possedere una donna: è che dipende da lei. Se perde una compagna, non ne cerchi un “altra ma ti ammazzi. Se perde un lavoro, non t’industri per cercarne uno: aspetti il ​​reddito di cittadinanza”. “Penso che serva l’educazione. Serve a essere persone forti, che i diritti se li devono guadagnare” – conclude Vannacci.

Redazione
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Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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