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2 Novembre 2023 - 21:22L’Italia “è costantemente uno dei Paesi europei con il maggior tasso di incidenza del botulismo alimentare. Dal 1986 al 30 settembre 2022 sono stati confermati in laboratorio 406 incidenti di botulismo che hanno coinvolto 599 persone”.
Dal 1986 al 30 settembre 2022 registrati 406 incidenti di botulismo, in Campania il maggior numero dei casi
A fare il punto è l’Istituto superiore di sanità (Iss) sul proprio sito Internet. A livello regionale è la Campania ad aver registrato il maggior numero di incidenti, quasi 100, seguita da Puglia e Lazio. L’ipotesi di una intossicazione alimentare da botulino è al vaglio per il decesso di una 46enne di Ariano Irpino (Avellino) morta in ospedale, mentre il marito è ricoverato in gravi condizioni, dopo una cena in pizzeria.
“Gli alimenti maggiormente coinvolti nei casi di botulismo che si verificano in Italia appartengono alla categoria delle conserve di vegetali in olio (47,7%), conserve vegetali in acqua/salamoia (25,5%), conserve di carne (7,8%), conserve di pesce (7,8%), prosciutto (4,6%) salami e salsicce (3,3%), conserve di formaggio (2,0%), alimenti macrobiotici (1,3%)” – ha riferito l’Iss.
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Le preparazioni più frequentemente implicate nei casi di botulismo alimentare verificatisi in Italia “sono le conserve di funghi in olio di produzione domestica. Sono altresì molto frequenti le conserve di olive e di cime di rapa”, si legge nel report. “Il botulismo è una malattia neuro-paralitica causata dalle tossine dei clostridi produttori di tossine botuliniche.
Conserve di vegetali in olio e in acqua salamoia gli alimenti maggiormente a rischio
Questi microrganismi sono ubiquitari e si possono ritrovare, principalmente sotto forma di spora, in molteplici ambienti come il suolo, i sedimenti marini e lacuali, il pulviscolo atmosferico e gli alimenti – sottolineano gli esperti dell’Iss – Le spore sono forme di resistenza che il microrganismo adotta in condizioni avverse.
Gli consentono di rimanere quiescenti per lunghi periodi (anche diversi decenni) e di trasformarsi in cellule vegetative non appena le condizioni ambientali diventano favorevoli”. Il Clostridium botulinum, il più noto tra i clostridi produttori di tossine botuliniche, è stato descritto come il microrganismo responsabile del botulismo per la prima volta nel 1897 da Emile van Ermengem.