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7 Ottobre 2023 - 16:58“Era un mio paziente. Aveva un problema alla spina dorsale, ma l’avevo guarito. Poi ha iniziato a chiedermi di curargli il cane. Ma io non potevo, non sono un veterinario. Credo sia questo il motivo per cui sono stato aggredito”.
Francesco Le Foche è stato prima colpito con un fermacarte e poi preso a calci e pugni
Così Francesco Le Foche, immunologo e responsabile del Day Hospital di Immunoinfettivologia del Policlinico Umberto I di Roma, in un’intervista rilasciata a Repubblica sull’aggressione subita da un suo paziente nel suo studio di via Po a Roma.
L’uomo, che lo ha prima colpito con un fermacarte e poi preso a calci e pugni, è stato fermato da un poliziotto fuori servizio. “Se devo essere sincero non ricordo come mi ha aggredito. Non lo so quello che è successo. Sinceramente. Sono arrivato al policlinico Umberto primo in uno stato di incoscienza” – spiega il medico.
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“Io l’avrò visto in tutto tre o quattro volte. È un paziente con una spondilodiscite. Lo abbiamo curato e ora sta bene. Però a un certo punto ha iniziato a chiamarmi perché il suo cane era malato. Voleva che lo curassi e più volte gli ho detto che non sono veterinario. Da mesi ogni volta si presentava col problema del cane, poi credo sia morto e questo deve avergli smosso qualcosa dentro” – ha raccontato Francesco Le Foche.
‘L’avevo curato e stava bene, ma voleva che seguissi il suo cane ma io non sono un veterinario’
“Il cane lo seguivano già dei veterinari molto bravi e se loro gli avevano detto che non si poteva fare niente non è che io potessi fare qualcosa. Lui però non demordeva e insisteva sottolineando che lo potevo salvare” – ha aggiunto l’immunologo. “È entrato nel mio studio e mi ha aggredito. Io peso 67 chili. Per me era impossibile da contenere. La mamma è una persona molto perbene. Una donna a modo, mite. In genere è lei che lo tranquillizza e lo tiene a bada. Stavolta non c’è riuscita”.