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22 Agosto 2023 - 14:08“Quando subisci uno stupro quel dolore dura per sempre. Ciò che ho scritto è stato dettato dalla rabbia”. Intervistato questa mattina da Giorgia Cardinaletti a Tg1 Mattina Estate, il cantautore Ermal Meta ha spiegato i suoi tweet sulla violenza di gruppo avvenuta a Palermo.
Ermal Meta è finito nel mirino del web per i tweet sulla violenza di gruppo di Palermo: ‘Quel dolore dura per sempre’
“In galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi “cani” auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è un stupro” – il commento che ha scatenato le polemiche social con il cantante che ha poi replicato a chi lo attaccava. “Conosco persone, donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle”.
Nell’intervista concessa a Tg1 Mattina Estate l’ulteriore chiarimento. “Ciò che ho scritto d’istinto è stato dettato dalla rabbia di un libero cittadino. Il dolore non deve essere necessariamente personale per poterlo sentire. Ho conosciuto persone che hanno subito stupri e dopo vent’anni il loro dolore è ancora vivo”.
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“Quando compi uno stupro l’eco di quel crimine dura per tantissimo tempo. Io non ho conosciuto stu***tori che hanno fatto 25 anni di galera, ma ho conosciuto vittime che hanno fatto 20 anni di psicofarmaci. Non è quella forse una prigione?” – ha proseguito Ermal Meta che poi si è soffermato sulle polemiche nate in rete contro di lui.
Conosco persone, donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Vogliamo salvare e…
— Ermal Meta (@MetaErmal) August 21, 2023
Il cantante: ‘Non ho scatenato odio, ho conosciuto vittime che hanno fatto 20 anni di psicofarmaci’
“Io non ho scatenato nessun odio. L’odio viene scatenato da una certa passività. Molte volte il non interesse su quello che accade viene travestito da una sorta di garantismo, e non può essere più così. È giusto educare” – ha chiosato il cantautore. “É giusto anche punire qualora l’educazione non funzioni. Tutti i giorni incontro persone che esprimono le proprie paure e la più grande paura è diventata quella dell’altro”. Via social ha poi risposto a Selvaggia Lucarelli che aveva definito i suoi tweet forcaioli facendo riferimento all’inquisizione medievale.
Botta e risposta con Selvaggia Lucarelli
“Voler capire quello che si vuole, Selvaggia Lucarelli su questo è sempre sul pezzo. Forse per lei le donne sono macchine da riproduzione e mi dispiace che sia così. Si tratta di scelta e a volte capita che questa scelta venga compromessa da traumi di questa portata. Lo so per esperienza diretta, complimenti”. Poi ha pubblicato una Stories in cui la giornalista punzecchiava Barbara d’Urso sulle luci…. “La paladina delle donne”.