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4 Agosto 2023 - 12:37Numerose ricerche hanno evidenziato l’indispensabilità della vitamina D non solo per la salute delle ossa. A differenza delle altre vitamine che sono contenute negli alimenti, nel caso della vitamina D il 90% deriva dall’esposizione ai raggi solari, pertanto solo il 10% viene assunta tramite gli alimenti. Ne sono maggiormente ricchi i pesci, in particolare tonno, salmone, aringhe, sgombro, acciughe, bottarga, pesce spada ma anche uova, formaggi, funghi in latticini, e burro, fagioli e le verdure a foglia verde e fagioli.
Vitamina D e Covid-19
Riguardo al rapporto tra vitamina D e Covid se ne leggono un po’ di tutti i colori su internet. A riguardo l’AIFA ha indicato che la somministrazione della vitamina D non possiede alcun effetto curativo né preventivo del Covid-19. Uno studio condotto presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e pubblicato su The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism tuttavia ha evidenziato che i pazienti affetti da Long-COVID presentano ridotti livelli di Vitamina D. Studi precedenti avevano già messo in evidenza che una carenza di vitamina D rappresenta un fattore di rischio per l’infezione da COVID-19.
Vitamina D: proprietà
La vitamina D è liposolubile, ciò significa che si accumula all’interno degli adipociti e viene rimessa in circolo attraverso il sistema linfatico. A detta degli esperti solo nel caso in cui ne venga accertata una carenza con un semplice esame del sangue, si può ricorrere a un integratore della vitamina in capsule o in compresse. In genere la dose raccomandata corrisponde a 5 microgrammi.
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Vitamina D: sintomi carenza
In caso di carenza, questi i sintomi che possono manifestarsi con maggiore frequenza: stanchezza, depressione, debolezza muscolare, problemi alle ossa, fragilità di unghie e capelli, difficoltà a dimagrire. In questi casi è quindi necessario rivolgersi al proprio medico che potrà indicarvi una dieta ad hoc ed eventualmente un integratore per ristabilire i valori della vitamina D nella norma.
Marco Troisi