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Giallo sullo stato di salute Mino Raiola. In un primo momento si era diffusa la notizia della morte del manager di tanti big del calcio per una malattia polmonare che già l’aveva costretto al ricovero a gennaio quando era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per problemi polmonari. Successivamente Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele di Milano ha precisato all’Ansa che l’agente è vivo e sta combattendo. “Sono indignato”. Il manager sarebbe gravissimo.
Potente, amato e invidiato al tempo stesso il manager ha assunto un ruolo di primissimo piano nel mondo del calcio e attualmente cura gli interessi, tra gli altri, di calciatori del calibro di Paul Pogba, Erling Haaland, Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimovic. Via Twitter è arrivato la precisazione del diretto interessato: “Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato la seconda volta in 4 mesi mi uccidono. Sembrano anche in grado di rianimare”.
Current health status for the ones wondering: pissed off second time in 4 months they kill me. Seem also able to ressuscitate.
— Mino Raiola (@MinoRaiola) April 28, 2022
Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo.#Raiola
— Alberto Zangrillo (@azangrillo) April 28, 2022
Il giallo sullo stato di salute e l’intervento del primario dell’ospedale San Raffaele
Raiola è originario di Angri, in provincia di Salerno, ed era emigrato con la famiglia ad Haarlem nei Paesi Bassi un anno dopo la nascita (1968). “Da Angri, capitale mondiale del pomodoro pelato, i miei si erano spostati in Olanda, ad Haarlem, in cerca di fortuna. Annunziata Canavacciuolo, mia madre, era l’ambizione e l’orgoglio. Mio padre Mario l’idealismo” – aveva raccontato in un’intervista a Il Foglio.
La favola del pizzaiolo diventato milionario, ma quando glielo domandavano lui precisava subito. “Quando scrivete che facevo il pizzaiolo, sbagliate. Facevo il cameriere”. Un altro tormentone è la sua conoscenza delle lingue: “Ne parlo molte, la peggiore è l’italiano”.
Bergkamp tra i primi assistiti top, il flop a Salerno con Jansen e Ferrier
Calciatore promettente cresciuto, Raiola ha preso le redini come capo della squadra giovanile dell’HFC Haarlem a soli 20 anni nel 1987 prima di iniziare la sua carriera come agente di calcio. Raiola inizialmente ha lavorato per Sports Promotions, una società di agenti sportivi, e ha aiutato a mediare una serie di trasferimenti di alto profilo che coinvolgevano giocatori che cambiavano l’olandese per club italiani, tra cui giocatori del calibro di Dennis Bergkamp, Michel Kreek e Bryan Roy (quest’ultimo al Foggia di Zeman).
Tanti successi professionali per Mino Raiola ma anche qualche flop come quando portò alla Salernitana gli olandesi Jansen e Ferrier, presentati nel 1996 al ristorante ‘O Scuorzo di via Parmenide con l’agente a tavola al fianco dei dirigenti granata dell’epoca, Giuseppe Cannella e Franco Del Mese. Presto avrebbe spiccato il volo fino a curare gli interessi di star del calcio mondiale.