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12 Ottobre 2021 - 12:50Un parziale ribaltone rispetto a quanto aveva sostenuto fino ad alcuni giorni fa. La formula attuale del green pass non convince l’infettivologo Matteo Bassetti che via social sottolinea la necessità di una rivisitazione dello strumento elaborato dal Governo per incentivare le vaccinazioni. Con una serie di post pubblicati sul profilo Instagram il direttore della clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova ha rimarcato che la certificazione verde al momento finisce per essere una “promozione del tampone”.
Bassetti: ‘Il green pass va modificato, così è uno strumento malsano perché c’è gente che deve spendere 300 euro per andare a lavorare’
“È uno strumento malsano il tampone a 48 o a 72 ore. C’è gente che deve spendere 2-300 euro per andare a lavorare, ma vi sembra una cosa giusta? Oltretutto con il tampone fatto 3 giorni prima non sappiamo nemmeno con certezza se sono negativi”. Bassetti spinge per l’obbligo vaccinale e, in un successivo post, riferisce di aver firmato la petizione lanciata da Assoutenti Nazionale.
L’infettivologo ha precisato che con il green pass così come è si dovranno fare 12-15 milioni di tamponi a settimana: “Questo non sarebbe proprio fattibile perché non abbiamo questa capacità in Italia” – ha rimarcato il professionista senza fare giri di parole.
L’infettivologo spinge per l’obbligo vaccinale
“Se il green pass non ha portato ad un aumento di vaccinazioni vuol dire che ha fallito il suo obiettivo. Non è stato introdotto per far diventare l’Italia un «tamponificio» ma perché la gente si andasse a vaccinare” – ha aggiunto Bassetti sottolineando che così com’è la certificazione verde non ha senso. “Va ripensato, e forse vale la pena anche valutare di eliminarlo in questa forma”. Dal 15 ottobre il green pass sarà obbligatorio anche per i lavoratori.