Allarme transfobia, dopo Manuela De Cassia trovata morta trentaseienne a Roma
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23 Luglio 2020 - 0:20“Faccio fatica a definire questi soggetti carabinieri. Non c’è nulla di lecito nei loro comportamenti”. Non ha usato mezze misure il procuratore capo Grazia Padelli nel commentare la maxi operazione che ha portato al sequestro della stazione dei carabinieri di via Caccialupo a Piacenza ed all’ordinanza di custodia cautelare per dodici persone.
Il procuratore capo sull’operazione Odysseus: ‘Faccio fatica a chiamarli carabinieri’
Ventidue in totale le persone indagate nell’ambito dell’operazione Odysseus.Il blitz è scattato oggi, 22 luglio, ed ha visto impegnati gli uomini della Guardia di Finanza e la Polizia locale che avevano svolto le indagini coordinate dalla Procura di Piacenza.
Ordinanza di misura cautelare in carcere per cinque uomini dell’Arma
Per cinque carabinieri della caserma Levante si sono aperte le porte del carcere. Domiciliari per un altro degli indagati mentre altri sono sottoposti all’obbligo di firma ed un altro militare all’obbligo di dimora. L’obbligo di firma è scattato anche per un finanziere.
Arresto carabinieri Piacenza, le contestazioni
Agli indagati sono contestati a vario titolo il traffico di stupefacenti, ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, peculato, abuso d’ufficio, falsità ideologica, violenza privata, truffa ai danni dello Stato. Intercettazioni telefoniche e telematiche nell’arco di sei mesi hanno fatto emergere l’attività illecità degli uomini dell’Arma della stazione dei carabinieri di via Caccialupo.
Il controllo dell’attività di spaccio e l’escalation di episodi illeciti durante il lockdown
Secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare la maggior parte degli episodi contestati risale al periodo del lockdown. L’uomo di spicco sarebbe stato un militare della caserma Levante che avrebbe gestito un’attività di spaccio attraverso pusher di fiducia che proteggeva grazie al suo ruolo.
‘Extracomunitario fermato e picchiato per ottenere il numero di un pusher’
In alcuni casi gli arresti dei presunti pusher sarebbero avvenute su circostanze inventate o pretestuose. L’obiettivo era quello di recuperare gli stupefacenti da gestire ed apparire più bravi degli altri colleghi.
Come riportato dalla Libertà di Piacenza in un caso (l’otto aprile) un extracomunitario è stato fermato in bicicletta, condotto in caserma e picchiato per ottenere il numero di uno spacciatore che avrebbe avuto un ingente quantitativo di droga. Alla fine l’uomo è stato mandato via a calci.
Le intercettazioni: ‘Non arriveranno mai a noi’
Le intercettazioni. Uno dei carabinieri intercettati era convinto che il loro sistema d’affari non sarebbe mai venuto a galla. “Minchia adesso ti devo racconta quello che ho combinato…ho fatto un’associazione a delinquere ragazzi! Che se va bene…ti butto dentro, nel senso a livello di guadagno”.
‘Scene da Gomorra, hai presente: è stato uguale’
In un’altra intercettazione emerge la pressione che veniva esercitata sul gruppo dei pusher del piacentino. ”Guarda, da oggi in poi, se vuoi vendere la roba… vendi questa qua, altrimenti non lavori”. “Scene da Gomorra” – avrebbe riferito un malavitoso in uno dei colloqui telefonici acquisti. “Hai presente la scena della serie, guarda è stata uguale. Devi vedere gli schiaffoni che gli ha dato”.