I cardinali Zuppi e Parolin tra i favoriti alla successione di Papa FrancescoI cardinali Zuppi e Parolin tra i favoriti alla successione di Papa Francesco

Quando un Papa muore o rinuncia, la Chiesa cattolica entra in una fase delicata e solenne: l’elezione del nuovo pontefice, che avviene attraverso il Conclave. Il termine deriva dal latino cum clave, ossia “chiuso a chiave”, e indica la clausura dei cardinali elettori nella Cappella Sistina, dove avviene la votazione.

Le regole del Conclave

Le esequie del Papa defunto si tengono tra il 15º e il 20º giorno dalla morte. Successivamente, gli elettori si ritrovano nella Basilica di San Pietro per la Messa Pro Eligendo Papa, che precede l’ingresso nella Cappella Sistina. Qui, ogni cardinale giura solennemente di mantenere il segreto su tutto ciò che accadrà. Dopo il giuramento finale, viene pronunciata la formula “extra omnes” e chi non ha diritto di voto lascia la Cappella.

Da quel momento, i cardinali restano isolati dal mondo esterno fino all’elezione del nuovo pontefice. A disposizione hanno alcuni sacerdoti per le confessioni e due medici per eventuali emergenze. Nessun cardinale elettore può essere escluso, anche se si supera il numero massimo fissato teoricamente in 120.

Per l’elezione è necessario ottenere una maggioranza qualificata: i due terzi dei voti. Attualmente i cardinali elettori sono 135, quindi servono almeno 90 voti. Se, dopo 33 o 34 scrutini, nessuno raggiunge il quorum, si passa al ballottaggio tra i due candidati più votati. Modifica introdotta da Benedetto XVI. A quel punto, però, i due nomi restano votabili, ma non possono più votare per se stessi.

Dopo ogni scrutinio, le schede vengono bruciate nella stufa del conclave. Se la fumata è nera, significa che non c’è ancora un Papa; se è bianca, è stato eletto. Il giorno d’apertura del Conclave si tiene un solo scrutinio, mentre nei giorni seguenti si vota due volte al giorno, mattino e pomeriggio.

Il nuovo Papa

Dopo l’elezione, il nuovo Papa viene invitato ad accettare. Se acconsente, si ritira nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime”, la sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta la talare bianca. Qui sono predisposti abiti papali in tre taglie diverse, per adattarsi al nuovo pontefice. Celebre è il caso di Giovanni XXIII, per il quale fu necessario modificare l’abito più ampio con spille da balia.

Rientrato nella Cappella Sistina, il neoeletto Papa riceve l’omaggio degli altri cardinali. Poi viene annunciato ufficialmente al mondo con la formula: “Annuntio vobis gaudium magnum… Habemus Papam”. Il Papa si affaccia dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro per il suo primo saluto e la benedizione Urbi et Orbi.

Negli ultimi anni alcuni Papi hanno rotto il protocollo con parole memorabili: Giovanni Paolo II con “Se mi sbaglio mi correggerete”, Papa Francesco con il semplice e potente “Buonasera”.

I possibili successori di Francesco

Con l’attuale età media dei cardinali elettori attorno ai 70 anni, lo scenario del Conclave è aperto a molteplici ipotesi. I candidati alla successione di Francesco riflettono le diverse sensibilità presenti nella Chiesa, tra diplomazia, riformismo, conservatorismo e attenzione alle periferie del mondo.

I favoriti principali:

  • Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, è uno dei nomi più forti. Diplomatico raffinato, rappresenta la continuità e la capacità di dialogo in un’epoca complessa a livello geopolitico.
  • Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della CEI, è molto vicino alla spiritualità di Francesco e alla Comunità di Sant’Egidio. Si è distinto per il suo impegno nella diplomazia di pace, in particolare per la missione in Ucraina.

Altri candidati rilevanti:

  • Luis Antonio Tagle, cardinale filippino, Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. È molto apprezzato da Benedetto XVI e Francesco. Rappresenterebbe un’apertura verso l’Asia e una Chiesa giovane e dinamica.
  • Jean-Claude Hollerich, gesuita lussemburghese, relatore del Sinodo sulla sinodalità, noto per la sua attenzione ai temi sociali.
  • José Tolentino de Mendonça, portoghese, Prefetto per la Cultura e l’Evangelizzazione. Stimato per la sua teologia aperta e dialogante, anche verso mondi non cristiani.

I nomi dall’Africa:

  • Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, è un nome che potrebbe trovare consenso tra le aree meno progressiste. È attento alla giustizia sociale e alla difesa dell’ambiente.
  • Robert Sarah, guineano, è una figura conservatrice di rilievo, già Prefetto della Congregazione per il Culto Divino.

Altri outsider:

  • Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia di origini algerine, vicino alle istanze di dialogo e inclusione.
  • Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, noto per la sua esperienza nel dialogo interreligioso in Medio Oriente.
  • Mario Grech, maltese, Segretario del Sinodo, apprezzato per la sua visione pastorale.
  • Wilton Gregory, primo cardinale afroamericano, e Blase Cupich, entrambi dagli Stati Uniti, incarnano una Chiesa impegnata nelle sfide sociali contemporanee.
  • Leonardo Steiner e Sérgio da Rocha, dall’America Latina, anche se al momento sembra improbabile un secondo Papa consecutivo proveniente da quel continente.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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