Lawrence Paul AndersonLawrence Paul Anderson

Una storia di orrore che non smette di tormentare una famiglia

Il caso di Lawrence Paul Anderson continua a sconvolgere l’opinione pubblica. L’uomo, oggi 44enne, sta scontando cinque ergastoli per una serie di omicidi efferati compiuti nel febbraio 2021 in Oklahoma. Tra le sue vittime, Andrea Blankenship, 41 anni, brutalmente uccisa nella propria casa: Anderson le ha strappato il cuore e ha cercato di cucinarlo “con le patate” per offrirlo ai suoi parenti, come parte di un rituale delirante per “liberare i demoni”.

In quell’ondata di violenza, sono morti anche lo zio di Anderson, Leon Pye (67 anni), e la piccola nipote Kaeos Yates. La zia Delsie Pye è sopravvissuta nonostante sia stata selvaggiamente aggredita, arrivando a perdere un occhio. Anderson era stato rilasciato da poco dal carcere, grazie a un provvedimento di scarcerazione anticipata.

La figlia della vittima: ‘Lui festeggia su Facebook mentre io piango mia madre’

Oggi, a distanza di tempo, la ferita è ancora aperta. Haylee Blankenship, figlia della donna uccisa, ha parlato pubblicamente del trauma che sta vivendo. Intervistata dall’emittente KWTV, ha raccontato di aver visto su Facebook immagini di Anderson che sorride, ride e sembra divertirsi, nonostante la sua condanna all’ergastolo.

«Riuscite a immaginare cosa si prova nel vedere l’assassino di tua madre divertirsi online, mentre tu sei ancora devastata dal dolore?», ha dichiarato con rabbia Haylee.

Secondo la giovane, Anderson avrebbe avuto accesso ai social media direttamente dalla prigione, inviando anche messaggi intimidatori e disturbanti.

Messaggi inquietanti e minacce dalla prigione

Tra i contenuti ricevuti su Facebook, uno in particolare ha fatto rabbrividire la famiglia. Un messaggio, firmato con lo pseudonimo “mangiatrice di cuori”, era rivolto al fidanzato di Haylee e recitava:

«Posso convincere i miei piccoli a sventrarlo come un maiale».

«È orribile. È come se si vantasse ancora di ciò che ha fatto. È devastante, traumatizzante», ha detto Haylee. Per lei, la prigione non ha impedito al killer di continuare a infliggere dolore.

L’indignazione contro il sistema carcerario

Haylee si chiede come sia possibile che un uomo detenuto in un carcere di massima sicurezza possa accedere a un telefono cellulare. La sua ipotesi è che Anderson abbia acquistato illegalmente un dispositivo per aggirare le restrizioni.

Il Dipartimento di Correzione dell’Oklahoma (ODOC) ha risposto alle accuse con un comunicato ufficiale:

«Non tolleriamo alcun comportamento criminale all’interno delle nostre strutture. Ai detenuti non è consentito l’uso di cellulari o social media. Se veniamo a conoscenza di tali episodi, agiamo prontamente e prendiamo provvedimenti».

Una ferita ancora aperta

Il caso di Lawrence Paul Anderson resta uno dei più scioccanti degli ultimi anni. Le sue azioni continuano ad avere un impatto profondo sulle vite delle persone coinvolte, in particolare sulla famiglia Blankenship. Mentre Anderson sconta i suoi ergastoli, la figlia della sua vittima cerca giustizia, dignità e pace — anche solo nel vedere che il suo aguzzino non possa più vantarsi dei suoi crimini dal carcere.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *