Teresa Stabile è stata uccisa dal marito dal quale si stava separandoTeresa Stabile è stata uccisa dal marito dal quale si stava separando

Era diventato ossessivo. Da mesi terrorizzava la moglie. Minacciava di uccidersi se non fosse tornata con lui, parcheggiava l’auto davanti al suo box perché lo chiamasse quando doveva uscire oppure le nascondeva le chiavi dell’auto, tanto che qualche settimana fa il figlio maggiore di 28 anni lo aveva denunciato per violenza privata.

Vincenzo Gerardi terrorizzava da mesi la moglie

È quanto emerge dalle indagini sul femminicidio di Teresa Stabile, la 55enne che mercoledì 16 aprile a Samarate, in provincia di Varese, è stata accoltellata a morte dall’ex Vincenzo Gerardi, che poi i carabinieri hanno arrestato col taser mentre minacciava di uccidersi. Interrogato nella notte dal pm Ciro Caramore della Procura di Busto Arsizio, che coordina le indagini, l’uomo ha parlato di un delitto d’impeto, compiuto nel cortile condominiale di via San Giovanni Bosco, davanti alla casa in cui la donna si era trasferita, accanto alla palazzina che per oltre vent’anni era stata l’abitazione della coppia.

Le due lettere testamento

La versione non convince però gli inquirenti, che hanno trovato due lettere-testamento scritte da Gerardi ai figli di 28 e 19 anni. Sul loro contenuto c’è il massimo riserbo, ma da quanto trapela sembra chiaro che l’uomo avesse maturato l’intenzione di uccidere la madre dei suoi figli per poi suicidarsi. In uno degli scritti avrebbe persino indicato la data quando ha atteso che la donna rientrasse e l’ha accoltellata prima ancora che potesse scendere dall’auto. Quegli scritti, per gli inquirenti, sono la prova della premeditazione dell’omicidio. Che la vittima fosse terrorizzata dal marito, del resto, è emerso subito dopo l’accoltellamento.

Il marito controllore

Gli accertamenti dei carabinieri dipingono infatti il 57enne come un ‘marito-controllore’. Una pizza con gli amici poteva scatenare il putiferio con la vittima, che aveva perso il lavoro per la chiusura dell’azienda in cui era impiegata. Da allora dipendeva economicamente dal marito, che le lasciava i soldi contati in una busta per la spesa di casa. Da novembre, quando la donna assistita dall’avvocato Manuela Scalia aveva chiesta la separazione, la situazione era precipitata.

Lei diceva di aver paura che il marito l’ammazzasse, tanto da spingere l’avvocato a consigliare di non restare nella casa dove i due vivevano da separati rifugiandosi dai genitori, a cui l’uomo non ha risparmiato l’incubo di vedere la figlia in una pozza di sangue mentre il personale sanitario cercava di rianimarla. Dopo il delitto ha inviato un macabro messaggio di auguri alla suocera. “Ho fatto quello che dovevo, buona Pasqua”.

‘Ho fatto quello che dovevo, Buona Pasqua’

La denuncia del figlio voleva essere un tentativo di proteggere la madre, che non aveva mai voluto denunciare l’ex nella speranza di ottenere una veloce separazione consensuale soprattutto adesso che una valutazione di mercato per la vendita della casa forse lasciava intravedere una via d’uscita. Ieri sera queste speranze si sono infrante per sempre in pochi istanti di efferata violenza. Nelle prossime ore Vincenzo Gerardi comparirà davanti al Gip per la convalida. 

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *