Lo ricordano come uno spirito libero e profondamente umano, capace di ascolto, empatia e riflessione. Alessandro Coatti, ricercatore di spicco nella bioetica presso la Royal Society of Biology, ha rappresentato una voce autorevole nel dibattito sui diritti e sull’inclusione nella comunità scientifica. Nel 2024 aveva guidato la prima delegazione della Royal Society al Pride di Londra, testimonianza del suo costante impegno per l’autenticità dell’identità personale e la parità.
Il dolore della Scuola Normale Superiore di Pisa
Il ricordo dei suoi colleghi della Scuola Normale Superiore di Pisa traccia un ritratto commosso: “Alessandro amava interrogarsi, mai superficiale, sempre curioso. Dopo le lezioni cercava il confronto, portando riflessioni stimolanti”. Ne sottolineano la dolcezza, la meraviglia negli occhi azzurri, la passione per la natura e le lingue. “Era un umanista nel senso più profondo”.
La sua dedizione all’inclusività si era concretizzata anche nel 2024, quando aveva guidato la prima delegazione della Royal Society al Pride di Londra. Una presenza simbolica, quella di Alessandro, che testimoniava la sua battaglia per i diritti e l’autenticità delle persone.
La tragica fine e le indagini
Il suo corpo è stato ritrovato fatto a pezzi a Santa Marta, in Colombia. Solo con il rinvenimento dell’ultimo arto, la polizia ha potuto ricomporre la vittima. Le indagini proseguono e le autorità locali hanno offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos per chi fornirà informazioni utili. Il colonnello Ríos ha parlato di collaborazione con la popolazione e dell’impegno per una verità rapida. Ma la famiglia Coatti, e in particolare lo zio Giovanni, respinge con sdegno le ipotesi mediatiche su un possibile movente omofobo: “Cosa cambierebbe? Nulla può giustificare una morte così orrenda”.