Alessandro CoattiAlessandro Coatti

Lo ricordano come uno spirito libero e profondamente umano, capace di ascolto, empatia e riflessione. Alessandro Coatti, ricercatore di spicco nella bioetica presso la Royal Society of Biology, ha rappresentato una voce autorevole nel dibattito sui diritti e sull’inclusione nella comunità scientifica. Nel 2024 aveva guidato la prima delegazione della Royal Society al Pride di Londra, testimonianza del suo costante impegno per l’autenticità dell’identità personale e la parità.

Il dolore della Scuola Normale Superiore di Pisa

Il ricordo dei suoi colleghi della Scuola Normale Superiore di Pisa traccia un ritratto commosso: “Alessandro amava interrogarsi, mai superficiale, sempre curioso. Dopo le lezioni cercava il confronto, portando riflessioni stimolanti”. Ne sottolineano la dolcezza, la meraviglia negli occhi azzurri, la passione per la natura e le lingue. “Era un umanista nel senso più profondo”.

La sua dedizione all’inclusività si era concretizzata anche nel 2024, quando aveva guidato la prima delegazione della Royal Society al Pride di Londra. Una presenza simbolica, quella di Alessandro, che testimoniava la sua battaglia per i diritti e l’autenticità delle persone.

La tragica fine e le indagini

Il suo corpo è stato ritrovato fatto a pezzi a Santa Marta, in Colombia. Solo con il rinvenimento dell’ultimo arto, la polizia ha potuto ricomporre la vittima. Le indagini proseguono e le autorità locali hanno offerto una ricompensa di 50 milioni di pesos per chi fornirà informazioni utili. Il colonnello Ríos ha parlato di collaborazione con la popolazione e dell’impegno per una verità rapida. Ma la famiglia Coatti, e in particolare lo zio Giovanni, respinge con sdegno le ipotesi mediatiche su un possibile movente omofobo: “Cosa cambierebbe? Nulla può giustificare una morte così orrenda”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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