L’inchiesta sulla morte di Liliana Resinovich si arricchisce di un nuovo capitolo che potrebbe rivelarsi determinante. Dopo mesi di dubbi e ipotesi, la Procura di Trieste ha iscritto il marito, Sebastiano Visintin, nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio. Una decisione che arriva in seguito all’emergere di nuove testimonianze, tra cui quella di una donna che potrebbe stravolgere la narrazione finora fornita dall’uomo.
La testimonianza dell’albergatrice
Nelle ultime ore gli inquirenti hanno ascoltato un’albergatrice, amica di vecchia data della coppia, che ha voluto raccontare episodi inediti e inquietanti. La donna, che gestisce una piccola struttura ricettiva dove Liliana e Sebastiano soggiornavano spesso, ha parlato di numerosi contrasti tra i due e di un clima domestico tutt’altro che sereno. “Liliana era esausta, mi aveva chiesto più volte camere con letti separati”, ha raccontato. Un dettaglio che stride fortemente con il ritratto di coppia felice descritto finora da Visintin.
L’episodio dell’estate del 2021
Il racconto si sofferma su un episodio particolarmente significativo accaduto nell’estate del 2021, pochi mesi prima della scomparsa di Liliana. Secondo quanto riferito dalla testimone, durante un arrivo in hotel, Visintin avrebbe avuto una reazione violenta: lanciò gli zaini e gridò alla moglie, visibilmente provata. “Lilly trattenne a stento le lacrime. Non l’avevo mai vista così”. Da quel momento, la donna avrebbe insistito per non condividere più il letto con il marito. “Mi pregò di assegnarle stanze separate, anche se Sebastiano si fosse arrabbiato”, ha rivelato l’albergatrice.
Il dialogo dopo la morte
La testimone ha anche raccontato un confronto avvenuto con Visintin dopo la scoperta del corpo di Liliana. “Gli chiesi se pensava che qualcuno l’avesse aggredita. Mi rispose subito di no. Poi disse che era stato un incidente, ma si corresse poco dopo, confuso: ‘Non so più quello che dico’”. Un dettaglio che ha colpito profondamente gli inquirenti e che, insieme ad altri elementi emersi, ha rafforzato l’ipotesi di un coinvolgimento diretto dell’uomo.
Un quadro che si fa sempre più fosco
Le dichiarazioni della testimone sono ora parte integrante del fascicolo d’indagine, che ha portato anche a una perquisizione minuziosa nell’abitazione di Visintin alla ricerca di strumenti e materiali utili. L’immagine pubblica di un marito addolorato comincia a mostrare crepe sempre più evidenti. Con ogni nuovo dettaglio, il puzzle sulla morte di Liliana si arricchisce, ma resta ancora incompleto. Riusciranno gli inquirenti a fare piena luce su questa vicenda?