Megan KingMegan King

Il drammatico incidente in Illinois a 16 anni

Megan King, originaria dell’Illinois (Stati Uniti), oggi è una donna con una storia che sfida la medicina e la resistenza umana. Aveva solo 16 anni quando un brutto incidente durante una lezione di ginnastica cambiò radicalmente la sua esistenza: si lanciò in aria per afferrare un pallone da football, ma cadde malamente a terra, lesionandosi la caviglia destra, la spina dorsale e strappandosi i muscoli di entrambe le scapole.

Quell’infortunio apparentemente “sportivo” segnò l’inizio di un calvario clinico, costellato da dolori cronici, instabilità fisica e decine di operazioni chirurgiche.


Una diagnosi arrivata troppo tardi: Ehlers-Danlos hEDS

Nel 2015, dieci anni dopo l’incidente, Megan riceve finalmente una diagnosi: sindrome di Ehlers-Danlos ipermobile (hEDS), una rara condizione genetica che compromette la formazione del collagene, indebolendo muscoli, articolazioni e tessuti. “È come avere fondamenta difettose sotto una casa”, ha spiegato.

Col tempo, le sue articolazioni hanno iniziato a cedere, i muscoli a lacerarsi spontaneamente, e persino semplici movimenti quotidiani sono diventati pericolosi.


Il peggioramento: cranio quasi staccato dalla colonna vertebrale

Nel 2016, durante l’applicazione di un tutore Halo – un dispositivo metallico che si fissa con viti direttamente nel cranio per mantenerlo stabile – il collo di Megan si è lussato. L’intervento ha avuto complicazioni gravissime: il suo cranio si è internamente distaccato dalla colonna vertebrale.

“Ricordo di aver fatto volare la sedia all’indietro per contrastare la gravità, che rischiava letteralmente di decapitarmi,” ha raccontato. “Il mio neurochirurgo ha dovuto tenermi la testa con le mani. Il mio corpo tremava, non riuscivo a stare in piedi.”


La svolta dopo 37 interventi: ‘Sono una statua vivente, ma sono viva’

Dopo 37 interventi chirurgici, i medici sono riusciti in un’impresa considerata quasi impossibile: riattaccarle il cranio alla colonna vertebrale, fissandolo fino al bacino. Questo significa che Megan non può più muovere la testa in nessuna direzione.

“Sono letteralmente una statua umana,” ha dichiarato. “Ma questo non significa che ho smesso di vivere.” Oggi lavora, gestisce attivamente i suoi profili social e usa la sua esperienza per ispirare e sensibilizzare altri pazienti affetti da malattie rare.


La gratitudine di Megan: “Dio è così buono”

“Sono grata a Dio, ai medici, alla mia famiglia e alla mia comunità online. Sono fiera di me stessa, del mio corpo e di quanto lontano sono arrivata,” ha detto.

Dopo 22 operazioni solo alla colonna vertebrale, Megan può finalmente raccontare la sua storia come un simbolo di forza, resilienza e speranza.


Che cos’è la sindrome di Ehlers-Danlos?

Questa rara malattia genetica colpisce il tessuto connettivo. I sintomi più comuni includono:

  • Instabilità articolare e lussazioni frequenti
  • Dolori cronici
  • Strappi muscolari spontanei
  • Debolezza cardiovascolare
  • Problemi neurologici dovuti all’instabilità del collo

Una lezione di coraggio: “La mia vita è cambiata, ma continuo a vivere”

Nonostante le sfide fisiche insormontabili, Megan ha trasformato il suo corpo in una testimonianza di determinazione. “Essere viva, nonostante tutto, è già un miracolo. E io voglio viverlo ogni giorno”.

Di Redazione

Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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