Come ha abituato il mondo, con una giravolta improvvisa il presidente americano Donald Trump ha bloccato tutti i dazi ‘reciproci’ in vigore da sabato scorso “per 90 giorni”. Per tutti i Paesi che “gli hanno chiesto un negoziato”.
Niente stop per la Cina con le tariffe che salgono al 125%
Tranne per la Cina, contro cui le nuove tariffe saliranno al 125% “con effetto immediato”. In una giornata che aveva sancito l’avvio di una guerra commerciale globale, con l’entrata in vigore dei nuovi
dazi imposti dagli Stati Uniti su prodotti provenienti da decine di Paesi, la massiccia risposta della Cina, e una contromossa più sofisticata dell’Europa. E soprattutto, con i mercati globali in forte sofferenza. Lo stesso Trump aveva invitato a “mantenere la calma” esortando i cittadini ad approfittare del calore del mercato azionario per “acquistare”.
La frase che indigna mezzo mondo
Di fronte al panico dei mercati azionari, il presidente aveva promesso infatti “accordi su misura, non prêt-à-porter, ma alta moda”, prima di tutto con i partner militari dell’America, in testa Giappone e Corea del Sud. Durante una cena con i capi del Partito Repubblicano, il miliardario conservatore si è congratulato con decine di Stati – inclusa la Cina – perché stanno facendo “di tutto” per trovare un accordo con Washington. Poi la frase choc: “Questi Paesi – ha detto dal palco – mi stanno chiamando per baciarmi il culo. Muoiono dalla voglia di fare un accordo, mi dicono ‘per favore, per favore, faremo qualsiasi cosa” – ha aggiunto.
Trump: "Gli altri Paesi mi baciano il culo per trovare un accordo sui dazi" Uno squilibrato. pic.twitter.com/Moiohih9Wq
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) April 9, 2025
Il nuovo colpo di scena
In serata il colpo di scena: “Considerando che oltre 75 Paesi hanno convocato rappresentanti degli Stati Uniti per negoziare una soluzione” “autorizzo una pausa di 90 giorni e una tariffa doganale reciproca ridotta del 10% durante questo periodo, anch’essa con effetto immediato”. Tranne per la Cina, ovviamente. “Considerata la mancanza di rispetto dimostrata dalla Cina nei confronti dei mercati mondiali, aumento la tariffa doganale applicata alla Cina dagli Stati Uniti d’America al 125%, con effetto immediato”.