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Messi dà lezione agli azzurri: l’ultima passerella per gli eroi degli Europei si poteva evitare

Gli azzurri hanno resistito fino al 28′ quando Lautaro Martinez ha spinto in rete il delizioso assist offerto da sua maestà Messi. Da quel momento l’Argentina ha maramaldeggiato ed ha vinto con merito la Supercoppa Maradona nella finalissima di Wembley del 1° giugno.

Supercoppa Maradona, l’Italia resiste 28′ minuti poi crolla sotto i colpi dell’Argentina

La partita è finita lì con l’Italia mai pericolosa a parte un tiro improvviso di Barella deviato in angolo da Martinez. Da una parte una squadra infarcita di campioni, determinata nell’alzare un nuovo trofeo e con il Mondiale nel mirino. Dall’altra l’ultima recita di un gruppo che era già stato ampiamente celebrato dopo il trionfo agli Europei dell’estate scorsa.

Nonostante ciò Mancini ha voluto in campo gli uomini che avevano vinto quel titolo salvo dover rinunciare strada facendo a Immobile, Insigne, Berardi, Verratti e Chiesa. A questo punto non era meglio dare spazio a nuovi volti che, almeno per motivazioni ed entusiasmi, potevano dare un po’ di verve ad un gruppo parso spento e confusionario ma il ct aveva deciso che questa non doveva essere solo la partita tributo di Chiellini, e ci poteva stare, ma da di un intero gruppo con Scamacca e Lazzari tra gli intrusi. In campo non chi dovrà rappresentare il nuovo corso o chi in questa fase ha ancora benzina per lottare per 90′ minuti.

Messi alza la Supercoppa Maradona

Il tributo al decimato gruppo dell’Europeo si trasforma in una notte da incubo a Wembley

Il risultato è stato eloquente. Forse lo sarebbe stato anche con altri… ma perché sottoporre un gruppo, già devastato per l’eliminazione mundial, ad una nuova figuraccia? Dopo il guizzo di Lautaro Martinez, il raddoppio di un sublime Di Maria e il ritorno al gol con l’Albiceleste di Dybala in pieno recupero per il 3 a 0 finale per l’Argentina. Messi portato in trionfio Mancini scuro in volto e costretto a digerire un nuovo boccone amaro.

Giuseppe D'Alto
Giuseppe D'Alto
Giuseppe D’Alto: classe 1972, giornalista professionista dall’ottobre 2001. Ha iniziato, spinto dalla passione per lo sport, la gavetta con il quotidiano Cronache del Mezzogiorno dal 1995 e per oltre 20 anni è stato uno dei punti di riferimento del quotidiano salernitano che ha lasciato nel 2016.Nel mezzo tante collaborazioni con quotidiani e periodici nazionali e locali. Oltre il calcio e gli altri sport, ha seguito per diversi anni la cronaca giudiziaria e quella locale non disdegnando le vicende di spettacolo e tv.

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